Francesco MASTROGIOVANNI. Una strana morte…

Francesco Mastrogiovanni è morto legato al letto del reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania alle 7.20 di martedì 4 agosto. Cinquantotto anni, insegnante elementare originario di Castelnuovo Cilento, era, per tutti i suoi alunni, semplicemente “il maestro più alto del mondo”. Il suo metro e novanta non passava inosservato. Inusuale fra la gente cilentana. Così come erano fuori dal comune i suoi comportamenti, «dolci, gentili, premurosi, soprattutto verso i bambini» ci racconta la signora Licia, proprietaria del campeggio Club Costa Cilento. E’ proprio lì che la mattina del 31 luglio decine di carabinieri e vigili urbani, «alcuni in borghese, altri armati fino ai denti, hanno circondato la casa in cui alloggiava dall’inizio di luglio per le vacanze estive». Uno spiegamento degno dell’arresto di un boss della camorra per dar seguito a un’ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio (competenza, per legge, solo dei vigili urbani) proveniente dalla giunta comunale di Pollica Acciaroli. Oscuri i motivi della decisione: si dice per disturbo della quiete pubblica.
Fonti interne alle forze dell’ordine raccontano di un incidente in cui, guidando contromano, alcune sere prima, avrebbe tamponato quattro autovetture parcheggiate, «ma nessun agente, né vigile, ha mai contestato qualche infrazione e nessuno ha sporto denuncia verso l’assicurazione» ci racconta Vincenzo, il cognato di Francesco. Mistero fitto, quindi, sui motivi dell’“assedio”, che getta ovviamente nel panico Francesco. Scappa dalla finestra e inizia a correre per il villaggio turistico, finendo per gettarsi in acqua. Come non bastassero carabinieri e vigili urbani «è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera che dall’altoparlante avvertiva i bagnanti: “Caccia all’uomo in corso”» racconta, ancora incredula, Licia. Per oltre tre ore, dalla riva e dall’acqua, le forze dell’ordine cercano di bloccare Francesco che, ormai, è fuori controllo. «Inevitabile » commenta suo cognato «dopo quanto gli è accaduto dieci anni fa». Il riferimento è a due brutti episodi del passato «che hanno distrutto Francesco psicologicamente» spiega il professor Giuseppe Galzerano, suo concittadino e carissimo amico, come lui anarchico. Il 7 luglio 1972 Mastrogiovanni rimase coinvolto nella morte di Carlo Falvella, vicepresidente del Fronte universitario d’unione nazionale di Salerno: Francesco stava passeggiando con due compagni, Giovanni Marini e Gennaro Scariati, sul lungomare di Salerno quando furono aggrediti, coltello alla mano, da un gruppo di fascisti, tra cui Falvella. Il motivo dell’aggressione ce la spiega il professor
Galzerano: «Marini stava raccogliendo notizie per far luce sull’omicidio di Giovanni, Annalisa, Angelo, Francesco e Luigi, cinque anarchici calabresi morti in quello che dicono essere stato un incidente stradale nei pressi di Ferentino (Frosinone) dove i ragazzi si stavano recando per consegnare i risultati di un’inchiesta condotta sulle stragi fasciste del tempo». Carte e documenti provenienti da Reggio Calabria non furono mai ritrovati e nell’incidente, avvenuto all’altezza di una villa di proprietà di Valerio Borghese, era coinvolto un autotreno guidato da un salernitano con simpatie fasciste. Sul lungomare di Salerno, però, Giovanni Marini anziché morire, uccise Falvella con lo stesso coltello che questi aveva in mano. Francesco Mastrogiovanni fu ferito alla gamba. Nel processo che seguì, Francesco venne assolto dall’accusa di rissa mentre Marini fu condannato a nove anni. Nel 1999 il secondo trauma. Mastrogiovanni venne arrestato «duramente, con ricorso alla forza, manganellate, e calci» spiega il cognato Vincenzo, per resistenza a pubblico ufficiale. Il motivo? Protestava per una multa. In primo grado venne condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Vallo di Lucania «grazie a prove inesistenti e accuse costruite ad arte dai carabinieri». In appello, dalla corte di Salerno, pienamente prosciolto. Ma le botte prese, i mesi passati ai domiciliari e le angherie subite dalle forze dell’ordine lasciano il segno nella testa di Francesco. «Da allora viveva in un incubo» racconta Vincenzo fra le lacrime. «Una volta, alla vista dei vigili urbani che canalizzavano il traffico per una processione, abbandonò l’auto ancora accesa sulla strada e fuggì per le campagne. Un’altra volta lo ritrovammo sanguinante per essersi nascosto fra i rovi alla vista di una pattuglia della polizia ». Eppure da quei fatti Mastrogiovanni si era ripreso alla grande, «tanto da essere diventato un ottimo insegnante elementare», sottolinea l’amico Galzerano, «come dimostra il fatto che quest’anno avrebbe finalmente ottenuto un posto di ruolo, essendo diciottesimo nella graduatoria provinciale». Era in cura psichiatrica ma si stava lasciando tutto alle spalle. Fino al 31 luglio. Giorno in cui salì «di sua volontà» sottolinea Licia del campeggio Club Costa Cilento «su un’ambulanza chiamata solo dopo averlo lasciato sdraiato in terra per oltre quaranta minuti una volta uscito dall’acqua». Licia non potrà mai dimenticare la frase che pronunciò Francesco in quel momento: guardandola, le disse: «Se mi portano all’ospedale di Vallo della Lucania, non ne esco vivo». E così è stato. Entrò nel pomeriggio di venerdì 31 luglio per il Trattamento Sanitario Obbligatorio. Dalle analisi risultò positivo alla cannabis. La sera stessa venne legato al letto e rimase così quattro giorni. La misura non risulta dalla cartella clinica, ma è stata riferita ai parenti da testimoni oculari. E confermata dal medico legale Adamo Maiese, che ha riscontrato segni di lacci su polsi e caviglie della salma durante l’autopsia. Legato al letto per quattro giorni, quindi. Fino alla morte sopravvenuta secondo l’autopsia per edema polmonare. Sulla vicenda la procura di Vallo della Lucania ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati i sette medici del reparto psichiatrico campano che hanno avuto in cura Mastrogiovanni. Intanto oggi alle 18, nel suo Castelnuovo Cilento, familiari, amici e alunni porgeranno l’ultimo saluto al “maestro più alto del mondo”.

(http://sergiofalcone.blogspot.com/2009/08/daniele-nalbone-muore-in-reparto.html)

11 responses to this post.

  1. Posted by anonimo on 25 agosto 2009 at 4:48 am

    lessi anch’io questa notizia pochi giorni fà. credo sia indispensabile, in questo periodo di buio delle coscienze, farla girare il più possibile. ho tentato di mettermi in contatto col paese di Francesco, ma non è stato possibile porre domande. grazie anche a te che ti fai carico di tenerlo in vita, nonostante la brutalità della usa morte. api.

    Rispondi

  2. Posted by 1Nuscis on 25 agosto 2009 at 6:00 PM

    Una storia davvero incredibile, caro anonimo. Qualunque sarà l’esito delle indagini in corso, resta il raccapriccio per la barbarie inflitta a quest’uomo, la commozione per un’esistenza spentasi ingiustamente nella sofferenza.

    Rispondi

  3. Posted by MutterCourage on 31 agosto 2009 at 9:33 am

    Il silenzio è la condanna ulteriore. Grazie per aver spezzato, almeno qui e almeno per questa condanna ulteriore, la catena, esercitata con sistematica violenza, della riduzione al silenzio.

    Rispondi

  4. Posted by 1Nuscis on 31 agosto 2009 at 11:39 PM

    “Il silenzio è la condanna ulteriore”
    Condivido appieno, al pari di molti altri bloggers che hanno documentato questa incredibile vicenda. Grazie, un saluto.
    Giovanni

    Rispondi

  5. Posted by anonimo on 2 settembre 2009 at 5:22 PM

    giuseppe tarallo,ex presidente parco nazionale Cilento e Vallo di Diano.

    Francesco Mastrogiovanni agli occhi degli adulti era forse un anarchico.Agli occhi dei suoi alunni ’il maestro più alto del mondo’. Come può essere che il sindaco di Pollica,che ha firmato l’ordinanza di ricovero coatto,non abbia tenuto conto nella sua valutazione del fatto che Francesco,qualsiasi cosa avesse fatto o detto o quale che sia stato il suo comportamento(guidava contromano,suonando il clacson tutto agitato,ha tamponato qualche macchina? non si sa;lo spieghi il sindaco visto che sembra essere stato presente al fatto contestatogli alla base del TSO)era persona conosciuta e insegnava in quel comune a dei bambini che lo adoravano? O è prevalso il pregiudizio dell’anarchico agitato che attenta alla quiete pubblica dorata in una delle località più blasonate della Campania,anzi d’Italia,insignita com’è di bandiere blu e cinque vele? Nello stesso luogo sono successi altri tafferugli più gravi da parte di giovani ultras a danno di malcapitati vacanzieri ma senza provvedimenti restrittivi della libertà personale(il sindaco avrebbe minacciato il foglio di via).Perchè questa disparità?Come potrebbe spiegare agli alunni di Mastrogiovanni la sua ordinanza di ricovero coatto? E chi ha attivato il ricovero?il sindaco stesso o un ignaro medico? Il sindaco sa che il TSO è una misura estrema quando non ci sono altre alternative?Chi o che cosa l’ha convinto ad adottare un provvedimento così radicale ed estremo,perchè non ha valutato altre misure sicuramente possibili?Ha informato il giudice tutelare e l’ordinanza è stata convalidata come previsto dalla legge che disciplina un atto così straordinario?Ha informato il sindaco del comune di residenza di Franco,peraltro medico in quell’ospedale e amico di Vassallo? Come ha potuto ordinare l’esecuzione della cattura in altro comune senza informarne,sembra, il sindaco-anch’egli amico di Vassallo ma,credo anche di Francesco-?In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona,tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo.Questo provvedimento così abnorme e sicuramente illegittimo ha aperto le porte del reparto neuropsichiatrico dove,senza che ciò risulti in cartella clinica , è stato legato in un letto di contenzione per 4 giorni continuati,portandolo alla morte Francesco per edema polmonare,dovuto,verosimilmente, sia alla posizione allettata che allo strazio prolungato della tortura cui è stato sottoposto. I medici hanno sostenuto che è dovuta a una patologia cardiaca pregressa:non era una ragione in più per accertarlo prima anzichè legarlo lasciandolo morire?A un anarchico l’appuntamento con la morte non poteva presentarsi che col volto cattivo dello stato persecutore e barbaro.Le istituzioni che noi normali cittadini sentiamo più vicine,come il sindaco,i vigili,i carabinieri ,la capitaneria di porto,l’ospedale del piccolo centro si sono presentati a lui come orchi assassini:come vorrei che i protagonisti di questa morte lo spiegassero agli alunni di Francesco!E spiegate oltre che ai bambini a noi cittadini perchè avete portato a morte un cittadino in vacanza,preso come un delinquente nel campeggio dove pacificamente villeggiava. Ha turbato la quiete pubblica?E nessuno rimane turbato da questa morte nel paese blasonato:vip,intellettuali pronti a parlare su tutto su questo niente.Forse troppo in fretta è stato derubricato a caso di malasanità come ha fatto l’unico che ha parlato,l’avv. Dario Barbirotti,consigliere comunale di Salerno che ha denunciato l’atrocità di questa notizia.Barbirotti,consigliere comunale di Salerno ma assiduo frequentatore di Acciaroli e intimo del sindaco,non trova atroce che il suo amico sindaco abbia adottato un TSO per un disturbo alla quiete trattabile con altri mezzi,dando la caccia alla persona in altro comune e sequestrandolo?Vorrei tanto che si desse risposta a queste domande.Io so che è stata data morte a una persona dolce e fragile e che io,i suoi alunni,la sua famiglia,i suoi amici non potremo più rivederlo.E Lui era passato pochi giorni prima dal ristorante dei miei figli nel vicino paese di Agnone e non trovandomi aveva lasciato insieme ai saluti la promessa di ritornare,ricordando a mia figlia e mio figlio l’antica amicizia tra suo padre e il mio e tra lui e me e in particolare di mio fratello Alfonso.Una visita che mi aveva rallegrato e che aspettavo insieme ai miei figli,annullata dalla notizia della sua morte che ci ha colti increduli e ci ha addolorati e poi riempito di rabbia quando i giornali hanno cominciato a far trapelare i particolari agghiaccianti che l’hanno caratterizzata. In agosto erano in ferie le istituzioni,politici e persone e le loro coscienze.Ora le ferie sono finite e aspettiamo le risposte alle domande che questo caso pone prima della verità della magistratura che ancora una volta,e questa volta post mortem,gli renderà la giustizia che merita.Ma noi cittadini vogliamo risposte e decisioni su quanto è accaduto perchè non ci siano altre morti come quella atroce ed orribile di Francesco.Chi può provare solo ad immaginare di essere sequestrato e poi legato per lunghi 4 giorni e notti in un letto di contenzione in un paese civile nel nuovo secolo del nuovo millennio? E’ troppo chiedere che non possono esserci sindaci,operatori della sicurezza e della sanità di tal fatta?C’è da avere paura che esistano e continuino nelle loro funzioni.O sono intoccabili?Finite le ferie aspettiamo che governi regionale e nazionale mostrino di esserci e diano le dovute necessarie risposte.

    Rispondi

  6. Posted by 1Nuscis on 3 settembre 2009 at 11:28 am

    “Le istituzioni che noi normali cittadini sentiamo più vicine,come il sindaco,i vigili,i carabinieri ,la capitaneria di porto,l’ospedale del piccolo centro si sono presentati a lui come orchi assassini:come vorrei che i protagonisti di questa morte lo spiegassero agli alunni di Francesco!E spiegate oltre che ai bambini a noi cittadini perchè avete portato a morte un cittadino in vacanza,preso come un delinquente nel campeggio dove pacificamente villeggiava. Ha turbato la quiete pubblica?E nessuno rimane turbato da questa morte nel paese blasonato:vip,intellettuali pronti a parlare su tutto su questo niente.”

    Ancora più intollerabile, anonimo, questa vicenda, per chi lo conosceva, per chi gli è stato amico. Va fatta piena luce su questo fatto gravissimo che fa accapponare la pelle, chiamando a risponderne i responsabili a tutti i livelli.

    Rispondi

  7. Posted by anonimo on 3 settembre 2009 at 10:17 PM

    Su questa orrenda vicenda ho fatto i miei interventi ripetuti e sdegnati su N. I. E prometto che questa morte, quella del MAESTRO PIU’ ALTO D’ITALIA NON CADRA’ NELL’ OBLIO. Conosco qualcosa dei servizi psichiatrici visto che qualcuno, molto vicino a me, ha operato per lunghi anni in quei settori che dovrebbero aggiungere al loro altisonante nome un semplice DIS- servizi…Con sdegno perpetuo. Ciao giovanni. E grata. Marlene

    Rispondi

  8. Posted by anonimo on 16 novembre 2009 at 12:16 PM

    L’italia è una sporca dittatura non c’è altro da dari.

    Rispondi

  9. Posted by anonimo on 23 novembre 2009 at 5:50 PM

    E’ queste sono le forze dell’ordine che dovrebbero assicurarci il benessere e vigilare sulla nostra sicurezza! ho già letto altre volte (solo su internet) di persone uccise psicologicamente o/e fisicamente!… non posso far altro che ringraziare Giovanni Nuscis per aver portato alla mia conoscenza questo fatto… cercherò di diffondere questa notizzia quanto più mi è possibile, cosicchè la gente possa riflettere più attentamente

    Rispondi

  10. Posted by 1Nuscis on 23 novembre 2009 at 7:17 PM

    Grazie. Senza demonizzare a priori nessuna istituzione, spero però che si faccia luce e giustizia su questo episodio indegno di un paese civile.
    Giovanni

    Rispondi

  11. Posted by anonimo on 28 dicembre 2010 at 8:23 am

    Volevo inserire questo commento ai video in Youtube sulla morte di Mastrogiovanni, ma non sono riuscita.
    "Mayday, per piacere, aiutatemi! Sono destinata alla stessa sorte del povero Francesco. Guardate i video inseriti con sigla evapollak e epmct perché sono stata dichiarata incapace di intendere e volere, delirante, querulomane, schizofrenica paranoida, agressiva, pericolosa alla società che implica il ricovero in un istituto psichiatrico e cure radicali. Firmate per favore la petizione http://www.petizionionline.it/petizione/fermiamo-la-psicopolizia-/2909."
    Il 13 gennaio 2011 il tribunale di Pistoia dichiarerà la mia incapacità di intendere e volere e la pericolosità sociale per chiudermi in un istituto psichiatrico giudiziario perché sono processata per il reato di diffamazione dal giudice di pace di Pistoia, avv. Chiara Guazzelli, per aver scritto su manifesti che gli avvocati Daniele Vecchi e Paola Citi sono dei delinquenti, melliflui, subdoli, collusi con i magistrati di Pistoia, nominativamente indicati, che hanno assolto il giudice tributario usuraio, Massimo Morini, dal reato di truffa, fatti proprio veri e ampiamente documentato.  
     
    Per favore, diffondete la raccolta di firme e firmatela che almeno a qualcosa servi a questa morte assurda eseguita in nome di una pseudoscienza, priva di qualsiasi prova tangibile, indegna ad un Stato democratico.
    Quante persone devono morire ancora? 
    Bisogna dire che nell'ottobre 2009, è morto un ragazzo rumeno di 24 anni, nella caserma dei Carabinieri di Montecatini Terme, a seguito di un TSO, ma di lui nessuno parla.
    Saluti.
    Eva Polak

    Rispondi

Scrivi una risposta a MutterCourage Cancella risposta