Archive for the ‘recensioni e note di lettura’ Category

Silvano TREVISANI, Il poeta scomparso e altre storie. Nota di lettura.

SILVANO TREVISANI

Questo libro recentissimo di Silvano Trevisani, come scrive Mauro Ferrari nella sua postfazione “si impone all’attenzione critica per almeno due motivi: da un lato mantiene viva la memoria di un poeta autentico come fu il tarantino Pasquale Pinto, “uomo città” (p. 50), acclamato da grandi nomi (e definito forse riduttivamente “poeta-operaio”) ma caduto poi in un ingiusto oblio – e di cui Trevisani fu amico e sodale – ma dall’altro, innegabilmente, mostra interessanti caratteristiche espressive e spunti tematici di attualità.” Continua a leggere

Stefano LOREFICE, Passeggeri solitari

LOREFICE STEFANO, PASSEGGERI SOLITARI

di Giovanni Nuscis

Il titolo, la foto in prima e, in quarta di copertina, la breve nota che indica il contenuto del libro, nonché la lettura delle prime poesie danno subito l’impressione di una poesia misurata, antilirica, e di un autore in attento ascolto, che cala il suo discorso poetico nella microstoria degli accadimenti quotidiani, piuttosto che affrontare di petto i grandi temi. Un passeggero dunque solitario, come tutti in fondo siamo; e come lo è l’artista, sagoma scura, figura che si vuole in ombra, ma in continuo movimento su uno sfondo sempre in cambiamento. Continua a leggere

Antonio FIORI, Vita di un altro

VITA DI UN ALTRO, ANTONIO FIORI

di Giovanni Nuscis

E’ uscito il nuovo libro di Antonio Fiori dal titolo Vita di un altro, per le edizioni Inschibboleth, nella collana Margini diretta da Filippo La Porta. Tre anni fa, nel 2020, per le stesse edizioni, ricorderemo I poeti del sogno, che riscosse ampio apprezzamento sia tra i critici e i poeti sia tra i lettori. Continua a leggere

Massimiliano DAMAGGIO, Io scrivo nella tua lingua. Nota di Giovanni Nuscis

DAMAGGIO MASSIMILIANO. IO SCRIVO NELLA TUA LINGUA

Massimiliano DAMAGGIO

Io scrivo nella tua lingua

Poesie – Testo greco a fronte, traduzione di Giorgia Karvunaki

Editrice ZONA

Collana Rossocorpolingua

Nota critica di Mia Lacomte

Rielaborare la propria infanzia, il proprio vissuto è ciò che tutti, in varia misura e modo, proviamo a fare. Talvolta edulcorando ricordi per nulla sereni e gioiosi, e viceversa. Continua a leggere

Savina Dolores MASSA – OGNI MADRE

Dopo i romanzi Undici (2008) e Mia figlia follia (2010) escono di Savina Dolores Massa, scrittrice di narrativa, poesia e testi teatrali, tredici racconti sotto il titolo Ogni madre, sempre per i tipi de Il Maestrale di Nuoro.

Non sono storie di oggi quelle che si raccontano in questo libro, con personaggi calati nei sogni e nei drammi delle attuali generazioni. Qui invece le immagini, le parole, le vicende sono quelle di una comunità perdutasi nella storia recente e meno recente. Ma c’è sempre una ragione, oltre la curiosità, se ci si volta indietro a  cercarle e a ricostruirle a parole, certe storie. Forse che esse, ancora, ci appartengono? O noi, ancora, si appartenga ad esse? Percepiamo chiaramente di aver perduto qualcosa, conquistando cose che non ci hanno reso migliori. E che abbiamo ancora a che fare con quel mondo: nostalgia, affetto, forse una lezione, o più d’una, ancora da chiarire e accogliere. Se questo sguardo a ritroso è possibile lo si deve all’artista, sciamano e istrione che rompe schemi e abita mondi e dimensioni altre. Continua a leggere

Gianfranco Orecchioni – POESIE. Nota critica di Francesco Pasella

L’essenza del poeta

I versi di Gianfranco Orecchioni sono celati dietro testi di canzoni in enigmatiche immagini filmiche. L’autore, percorre con ritmo incalzante teneri nastri d’asfalto. Asfalto solitario e rovente. Pian piano, le assonanze degli incisi svaniranno, calandosi in visioni essenziali più poetiche e meno musicali. Il taglio universale dei suoi versi, le ambientazioni post-moderne e On the road, riprendono temi essenziali della letteratura Americana, in costrutti che si avvicinano alla poesia del grande Dylan Thomas (d’origine gallese), con la particolare originalità di immergersi nel classicismo lirico, attinto e rielaborato in chiave personalissima.
Nella propria solitudine, il giovane autore affronta la feroce selva moderna con coraggio, senza annaspare neanche quando le giornate sono tinte di un nero indescrivibile.
La rotta degli sperimentalismi obbligati, permeata di prose liriche deliranti e interessantissime, rappresentano i primi passi di un tortuoso cammino che ben presto risplenderà in un’illuminata cifra stilistica. Durante il viaggio poetico, il tempo sfoltirà i versi da ogni contaminazione che sin qui è stata necessaria per creare uno strato culturale forte, sovrabbondante; per posarsi finalmente su fondamenta che non si sgretoleranno facilmente. Continua a leggere

Luca BUONAGUIDI – I giorni del vino e delle rose

 

Come lava la scrittura di Luca Bonaguidi fissa un paesaggio emozionale e umorale nel tempo – il suo, anagrafico, interiore, e il nostro  – in cui tutto muta vorticosamente, e tutto, istante dopo istante, è già passato. La scrittura, con la vita che ingloba e rattiene, è presto concrezione; la sua lettura, anzitempo, archeologia.  Nell’“ostinata propensione” per dirla col prefatore “ a mantener viva la memoria.” Continua a leggere

Pasquale VITAGLIANO – Cibo senza nome

 

Notte, è notte, è notte
pietra contro pietra,
foglio su foglio,
mattone dopo mattone,
ho spolpato la mia colpa
di essere – come dici tu –
perfettamente senza costrutto;
un talento inutile
riverso sul letto, un addio scordato,
secreto da una sagoma di carta
che esecra un duttile congedo
che chiama morte la più infantile
posa della vita.
Segreta è la lettura di questa vita apocrifa
che non tramanda la propria
verità palese, ma resta pensile
dentro una docile rete che pure
i denti non squarciano.

Sa di fame il morso delle mie parole.

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Giovanni TURRA ZAN – Minimi esodi ad Albion road

 

“Mi piaceva totalmente l’enuresi diurna alla fermata
del 38. Lo scarico della sera prima
nelle brache e la pace del dopo.
Pochi passi e si annuncia il barbiere
a due sterline, che rimpiange i tempi
di un’ordinata segregazione.
Il sabato in Columbia road che compera e
ve ne vendo tre per una cinquina,
poi quei pomodori tigrati nella terrina
più crescione più cannellini e la signora borderline”.

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Alessandro VETULI- La pietra e il vento

La pietra e il vento è il titolo della terza raccolta poetica di Alessandro Vetuli, edita da Fermenti. La pietra a evocare solidità, consistenza, stanzialità, e non solo (“venero questa mite pietra/ ho riconosciuto il mio volto nella sua sagoma/vi ho riconosciuto la mia poesia smarrita.” – Adonis); il vento, invece, è impalpabile forza che trascina, modella, scompiglia, “scava (dove non ci sono più volti”). Elementi antinomici ma non irrelati, la cui valenza archetipica ben introduce questa bella raccolta.
Si rileva innanzitutto un buon numero di testi dedicati o ispirati (a Turoldo, Alda Merini, San Francesco d’Assisi, Nelly Sachs, Adonis, Sylvia Plath, Dylan Thomas, Arthur Rimbaud etc.); dedica che qui non è però solo omaggio alla loro grandezza, ma tributo di riconoscenza, se non dichiarazione di “fratellanza” (Rimbaud). Continua a leggere