Oristano, 3-16 febbraio
pARTIcORali 2007
Programma
3 febbraio
inaugurazione pARTIcORali 2007
ore 17.00 / Palazzo Arquer
intervengono Pietro Corrias – presidente pARTIcORali,
Antonio Bellinzas, Antonio Corrias e Paolo Sirena
Naos Trio > Lumière-Jazz
ore 21.00 / Palazzo Arquer
concerto trio jazz con proiezioni di cinema muto
4 febbraio
Lella Fadda >
alfabetando / spremute d’arancia
ore 10.00 / Palazzo Arquer
piccole poesie per grandi e piccini
Maestri del canto a Tenore DURE – Bitti > giratas
ore 20.30 / Palazzo Arquer
canto tradizionale con lettura di poesia dialettale
5 febbraio
Giancarlo Zoccheddu > leggere un film
ore 9.30 / Cinema Movies – Santa Giusta
analisi e frammenti di cinema per le scuole
Piera Maria Chessa / Marcello Marras > Il mestiere di fantasma
ore 18.00 / Palazzo Arquer
una scelta dalle “Lettere dal Carcere” di Antonio Gramsci
Aldo Sicurella / Monica Pisano /
Ivo Zoncu >
che io possa liberare parole
ore 21.00 / Palazzo Arquer
poesie e scritti di Don Peppino Murtas
6 febbraio
cinema: l’arte alla ricerca della verità?
ore 16.00 / Cinema Movies – Santa Giusta
incontro con la settima arte
a seguire
Paolo Benvenuti > un’idea di cinema
il regista e il suo cinema maieutico
Paolo Benvenuti > Gostanza da Libbiano
ore 21.00 / Cinema Movies – Santa Giusta
7 febbraio
Giulio Angioni > le fiamme di Toledo
ore 18.00 / Palazzo Arquer
interviene Paolo Benvenuti
8 febbraio
Salvatore Cubeddu > scrivere un film
ore 9.30 / Aula Magna Liceo Scientifico Mariano IV
analisi e frammenti di cinema per le scuole
Laura Pisano / Vinia Tanchis >
bianco quarzo / nera Africa
ore 18.00 / Palazzo Arquer
la poesia in un percorso mediterraneo
Eros e Poiesis
ore 20.30 / Palazzo Arquer
l’Eros affidato alla poesia e a una chitarra
9 febbraio
Antonio Turnu >
il velo lungo della notte
ore 18.00 / Palazzo Arquer
una oscillazione poetica
Fiorella Ferruzzi >
le infinite facce della medaglia
ore 21.00 / Palazzo Arquer
la poeta e i percorsi paralleli
10 febbraio
quadri parlanti
ore 18.00 / Palazzo Arquer
parole, musica e immagini dall’universo pittorico
Peter Waters > piano solo
ore 21.00 / Teatro Comunale A. Garau
mostre
sulla mia terra malata
don Peppino Murtas e la fotografia
3-11 febbraio / Palazzo Arquer
mestieri in bianco e nero
la fotografia racconta il lavoro
installazioni di Martino Fadda
dal 3 febbraio / Palazzo del Demanio
immagini vicine e lontane…
fotografie di Giangi Chiesura
3-16 febbraio / Portixedda
emersione del sommerso
mostra collettiva di arti figurative
3-11 febbraio > Palazzo del Demanio / Palazzo Arquer
pARTIcORali > Mediterranea > 15-16 febbraio
15 febbraio
“che lavoro svolgeva il vostro bisnonno?”
ore 16.00 / chiesa di San Domenico
premiazione e mostra dei lavori del concorso per le scuole primarie
Roberto Cau / Antonio Pinna >
Color-mente
ore 18.00 / chiesa di San Domenico
un percorso ri-creativo dentro la materia: presentazione del libro e dibattito
16 febbraio
Beppe Meloni e i suoi ospiti >
la vecchia Oristano dei mestieri
ore 18.00 / chiesa di San Domenico
dibattito e documentari tra parola e memoria
Intro
Il programma di pARTIcORali è suddiviso in sei sezioni, quattro disciplinari e due tematiche.
“Bruciare sulla carta lentamente”, verso rubato a Valerio Magrelli, è il titolo della sezione di poesia.
Sei gli appuntamenti: apre Lella Fadda, si prosegue con l’allestimento del Teatro Instabile di Paulilatino sulle poesie e i racconti di Giuseppe Murtas. Poi Laura Pisano e Vinia Tanchis, che affidano le loro creazioni/riflessioni alla voce di Monica Pisano; Gianfilippo Uda che presenta una antologia di poeti erotici, e dialoga con Antonio Fiori; Antonio Turnu con la sua ultima silloge, “Il velo lungo della notte”; infine Fiorella Ferruzzi, che presenta una scelta dalle sue raccolte.
“Inquisizioni – indagini, processi roghi” intende raccontare, attraverso tre vicende esemplari (Sigismondo Arquer, Gostanza da Libbiano, Antonio Gramsci), la violenza inquisitoria del potere. Apre la sezione una scelta di “Lettere dal carcere” curata da Piera Maria Chessa, Pietro Corrias e Marcello Marras; si prosegue con la proiezione del film “Gostanza da Libbiano” di Paolo Benvenuti, e si chiude con la presentazione de “Le fiamme di Toledo” di Giulio Angioni.
In questa ultima serata, Paolo Benvenuti e Giulio Angioni avranno modo di confrontare le loro opere, che attraverso arti diverse (cinema e letteratura) hanno affrontato il medesimo tema, con la medesima accuratezza documentaria (sia il film che il romanzo si fondano infatti su atti processuali rinvenuti in ricerche d’archivio).
“Cinema: l’arte alla ricerca della verità?” è una riflessione sulla settima arte centrata sulla contrapposizione, originaria nella sua storia, tra cinema della verità e cinema della finzione. È possibile andare a caccia della verità con la macchina da presa? O il Cinema è solo un mezzo che consente agli autori di spacciare come realtà il proprio punto di vista?
Quattro gli appuntamenti: due lezioni per i ragazzi delle scuole, “leggere un film” e “scrivere un film”, affidate rispettivamente a Giancarlo Zoccheddu e Salvatore Cubeddu; e due incontri/dibattiti alla presenza del regista Paolo Benvenuti: “Cinema: l’arte alla ricerca della verità”, in cui autori e critici discutono sul tema; e “Un’idea di cinema”, in cui il regista toscano racconta la propria esperienza di cinema maieutico.
La sezione musicale del festival, “Note da Gaia”, propone tre appuntamenti difformi ma complementari, secondo un progetto di racconto dell’universo musicale contemporaneo, polimorfo ma univoco, denso di un ricco intreccio tra tradizione e sperimentazione: Naos Trio presenta un programma di composizioni originali e standard jazzistici riarrangiati; i Maestri del canto a tenore “DURE” di Bitti presentano una selezione di canti tradizionali. Chiude Peter Waters, pianista inclassificabile, capace di spaziare dal repertorio barocco a quello romantico, fino al jazz e alla world music.
La proposta artistica di pARTIcORali ha il suo nucleo centrale in un’ampia mostra collettiva, “emersione del sommerso”, che si propone di esplorare le profondità dell’umano “cercando di sedare per immagini il conflitto che sorge tra il sapere e il vedere.”
Il programma è ulteriormente arricchito da tre raccolte fotografiche. “Sulla mia terra malata”, completa e amplifica le suggestioni poetiche intorno alla figura di Giuseppe Murtas, cui il Teatro Instabile di Paulilatino dedica l’allestimento “che io possa liberare parole” (5 febbraio); “Mestieri in bianco e nero” raccoglie immagini del lavoro negli anni centrali del Novecento, in una ricca suggestione sospesa tra il rigore documentario e la forza estetica. A “immagini vicine e lontane…”, mostra di Giangi Chiesura, è affidato il compito di testimoniare la difficile ricerca di uno sguardo essenziale e personale.
Le due giornate di pARTIcORali inserite nella rassegna “Mediterranea”, con il patrocinio della Camera di Commercio di Oristano, sono dedicate ad una riflessione sul mondo del lavoro, tra passato e futuro. Oltre ad un concorso per le scuole primarie, le due giornate propongono due dibattiti: Color-mente, di Roberto Cau e Antonio Pinna, un percorso di analisi all’interno della materia, che conduce alla riflessione sulla sostenibilità ambientale; e “La vecchia Oristano dei mestieri”, curata da Beppe Meloni e coordinata da Pietro Corrias, che attraverso filmati d’epoca e ricordi personali degli ospiti permetterà di ricostruire una città oggi quasi dimenticata.
* * *
Bruciare sulla carta lentamente
esempi del linguaggio poetico contemporaneo
Uno nessuno e centomila poeti abitano qui. Sono i figli di Alceo e di Saffo, gli aborti di Erato e di Apollo, belli, forti e valorosi guerrieri armati di imbarazzo e amore per la vita. Hanno volti diversi, la bellezza della parola ne ha sfigurati alcuni.
”La poesia parla di qualcosa e nello stesso tempo parla di se stessa. La voce della poesia dice questo o quello, ma lo dice in modo che un effetto d’eco ci ricorda sempre che non la si può prendere in parola. Naturalmente questo irrita coloro che vogliono opinioni, vogliono scelte, sentimenti immediati. Ebbene questa sua ambiguità fondamentale è la sua lezione, una lezione insostituibile. Insomma, nella poesia ci si trova di tutto ma lo si trova ad una di-stanza tale che ricorda continuamente la necessità di prendere le distanze. Qualcuno alla fine del Settecento scrisse che la poesia era un sogno fatto in presenza della ragione; forse sarebbe più esatto dire invece che la poesia è un ragionamento fatto in presenza di un sogno, cioè un discorso che in apparenza è un discorso come un altro, cioè un discorso di amore, di dolore, di descrizione, di esortazione, di sapere, di sapienza che è fatto sotto lo sguardo di un fantasma, uno sguardo che tutto tramuta, tutto apparentemente lasciando intatto come accade appunto nei sogni.”
Franco Fortini
4 febbraio > ore 10.00 > Palazzo Arquer
Lella Fadda >
alfabetando / spremute d’arancia
piccole poesie per grandi e piccini
interpretate da Mauro Porcu
intervengono Fiorella Ferruzzi e Anna Busi
Lella Fadda, insegnante elementare. Ama la sua sedia a dondolo, farsi bagnare dalla pioggia e mangiare banane a colazione. Poeta di magie, sogni e carezze, lettere dell’alfabeto, arance da spremere. Per anni ha suonato il clarinetto, ha recitato poesie e ha partecipato alla realizzazione di concerti, manifestazioni e strani incontri. Giocare con le parole è la sua prima passione, la seconda è incantarsi alla voce e ai capelli dell’attore Mauro Porcu: creatura scomoda al mondo. Folletto di follie mai immobili.
Assonanze e consonanze, divertissement e nonsense, desiderando plausi e applausi, abbracci e amplessi, goduria panica, in soggiorno scrittorio sardo obbligato.
Prendere o lasciare, accettare o rifiutare, laudare o denigrare, pubblicare o non pubblicare. Prendere, accettare, laudare, pubblicare.
Per il diletto di grandi e piccini d’ambo i sessi.
5 febbraio > ore 21.00 > Palazzo Arquer
Aldo Sicurella / Monica Pisano /
Ivo Zoncu >
che io possa liberare parole
poesie e scritti di Don Peppino Murtas scelti ed interpretati da Monica Pisano, Aldo Sicurella e Ivo Zoncu. Musiche di Ivo Zoncu
“Nella solitudine preziosa del Duomo don Peppino studiava, scriveva e amava conversare lontano dai frastuoni. Il suo studiolo era aperto a tutti: la porta appena accostata, le chiavi nella toppa. Il parroco-poeta cercava un dio che a lui sfuggisse. Duro e difficile trovare nella disperazione la risposta vera a fenomeni e a umani interrogativi. Viveva questo dramma. Era il dramma della sua gente, il suo dramma. Sacerdote scomodo, a volte frainteso e incompreso, rifiutava qualsiasi schema contrario alla libertà dell’essere.”
(Giorgio Farris)
Parroco a Paulilatino negli anni Cinquanta, Peppino Murtas si adoperò per creare in seno a quella comunità una coscienza religiosa e sociale che la affrancasse dall’ingiustizia e dal bisogno.
Trasferitosi ad Oristano, fu negli anni Ottanta ideatore, fondatore e direttore della rivista “Quaderni Oristanesi.” Le sue poesie testimoniano uno spirito di condivisione delle vicende umane ed un appassionante impegno di vita e di solidarietà. Gli attori del Teatro Instabile di Paulilatino Aldo Sicurella e Monica Pisano, insieme al musicista Ivo Zoncu intrecciano con la musica le poesie e gli scritti di Peppino Murtas, in omaggio al sacerdote-poeta.
”Mi è spina scheggia croce
il vuoto che mi trovo dentro
il limite di molte indecisioni
la povertà di fronte alla Pienezza
che contemplo nascosta
e resto muto.”
(Peppino Murtas)
* * *
L‘omaggio di pARTIcORali a Peppino Murtas si completa con la mostra fotografica “sulla mia terra malata”
(Palazzo Arquer, 3-11 febbraio)
8 febbraio > ore 18.00 > Palazzo Arquer
Laura Pisano / Vinia Tanchis >
bianco quarzo / nera Africa
con Monica Pisano (voce recitante)
e Gianfranco Fedele (pianoforte).
Immagini di Giangi Chiesura
Dalla savana a uno stagno.
Giraffe incantate nel Sinis.
Zebre in fuga davanti al maestrale.
Ogni cosa avanza immobile: un asfodelo e il suo deserto, l’ebano accanto al quarzo. La sete e l’acqua.
Il sale marino e la sabbia arida inventano nuvole in forma di fenicottero che urla canti d’Africa che ha sentito in volo. O in sogno.
Pesci e murene e serpenti s’affacciano alle tane, ad annusare il cisto e la sua polvere.
Che si arrendano i ciechi e i sordi alle violenze di due terre altere, alla tene-rezza delle loro voci. Le anime delle due autrici, grani di rosario in preghiere distinte, accolgono e donano i profumi di luoghi mai ammalati di solitudine, finchè restano tanto amati. E’ vero, le loro anime nutrono, ma succhiano ancora il seno al mare e a tutto ciò che di nuovo osservano. Ogni giorno.
8 febbraio > ore 20.30 > Palazzo Arquer
Eros e Poiesis
testi scelti da Antonio Fiori e Gianfilippo Uda
e poesie di Franca Tronci e Antonio Vizilio
con Alessandro Martometti (chitarra)
L’Eros, come la Morte, è uno dei temi privilegiati dalla letteratura, che lo investe di valori etici e simbolici. Le “parole per dirlo” ce le ha insegnate il primo fuoco che l’uomo, all’improvviso e per sbaglio, ha acceso. Temendolo, ma cercandolo ancora.
Parole per raccontare amore, vizio, solitudine, lussuria, tenerezza. Potere. O arrendevolezza. Piacere o odio.
Carne e cuore assieme, o che mai si incontrano.
Con connotazioni ed espressioni differenti, eccolo oggi, l’Eros, affidato alla poesia e a una chitarra.
Alcova, il Palazzo Arquer prega le sue pietre di farsi guanciali, rose, spade.
Letture da Dioscoride, Lorca, Neruda, Merini, Mariani, Valduga, Sexton, Ristos, Prèvert, Belleau, Grainville. Inoltre Antonio Vizilio, Franca Tronci e una scelta dall’Antologia della poesia erotica contemporanea (Atì editore): Anna Maria Farabbi, Carlo Molinaro, Antonio Fiori, Giuseppe Tirotto.
9 febbraio > ore 18.00 > Palazzo Arquer
Antonio Turnu >
il velo lungo della notte
interviene Carmelino Pitzolu
con Savina Dolores Massa, Alessandro Melis, Renato Zedda (voci recitanti)
Tempo scandito e candito in un oscillare di celle ipogeiche, di carni mattutine, di tramonti avvizziti, di sangue in guerra.
Più lingue percorrono le ore, inseguite, decapitate dal ritmo della frusta, senza scampo, del vivere.
Nessun gioiello o tendaggio ad abbellire la Nave.
Neppure derive, per lei.
Solamente e inesorabilmente, il Battito imposto.
9 febbraio > ore 21.00 > Palazzo Arquer
Fiorella Ferruzzi >
le infinite facce della medaglia
con Clara Farina (voce recitante),
Mario Chessa (pianoforte), Salvatore Scala (chitarra)
Quale è la verità sincera della medaglia.
Dove sono i volti.
In quale quantità le maschere scolpite a bellezza o bruttezza sanno celare percorsi paralleli di comportamento. Verso mille madri e amanti e figli e paure inestricabili si snoda la ferocia fatta indossare alla sensualità del linguaggio. La parola conduce alle ossessioni della perfezione, canta il reale dell’inverosimile, innervosisce gli incubi altrui.
Attrici a convegno, che sfidano i roghi, ridenti ma amare.
Che sfidano i suoni: tasto o corda, corda o tasto.
Parlano di disinganni, le infinite facce della medaglia?
Inquisioni
indagini, processi, roghi
Sigismondo Arquer, bruciato sul rogo a Toledo nel 1571.
Gostanza da Libbiano, torturata nel 1594.
Antonio Gramsci, inquisito dei nostri tempi, condannato al silenzio carcerario nel 1926.
Emblemi di una vicenda che ciclicamente si ripete: il potere che tenta con ogni mezzo di sopprimere ogni intelligenza che gli si contrapponga, che sia scienza, fantasia o lucida analisi.
Il potere processa la differenza, brucia il sogno che gli è precluso. Invidia le lingue incapaci di piegarsi a univoco senso e a solitaria ragione, disgusta la salvezza del dubbio, e incatena a una verità prescelta ad essere unica. Non si placa all’orrore: predilige le ceneri ai campi, le sbarre alle siepi.
Non si salvò Sigismondo, non ebbe soccorso dal sillogismo: poiché infondata, la logica accoglie ogni fondamento, e si presta alla frusta, alla trappola, al cappio.
Sopravvisse Gostanza, sacerdotessa del magico, celebrò la parola che rifugge la logica e diviene malia. Ma la logica vinse, e la costrinse all’esilio.
Non si arrese al confino Gramsci: il potere gli accecò il mondo, ma non seppe spezzargli il pensiero.
5 febbraio > ore 18.00 > Palazzo Arquer
Piera Maria Chessa / Marcello Marras >
Il mestiere di fantasma
una scelta dalle “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci
con Alessandro Melis (voce recitante)
e Gianfranco Fedele (pianoforte)
coordina Pietro Corrias
Gramsci è in carcere. “Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare” è l’assurdo anatema che il tribunale pronuncia.
Ma non bastano le sbarre ad appannare l’intelligenza critica, a nascondere un mondo. Un mondo astratto, ridotto a segni sulla carta, che ha perso voce e consistenza, ma che sopravvive oltre il velo sottile della corrispondenza epistolare.
Disposto a “cavar sangue anche dalle rape”, Gramsci sceglie di cogliere i pochi frutti del lento cammino sul bordo dell’esilio. E nel racconto ai familiari le vicende della politica non sono più importanti della semina di un roseto, o dell’addestramento di un passero. O del paziente lavorio d’artigiano intorno a un tagliacarte o a un cucchiaio.
Gramsci in carcere studia, legge voracemente, traduce. Ma soprattutto scrive, e non solo per mantenere vivo un legame reso labile dalla distanza, ma per riempirlo di senso.
Malgrado una condanna cui non vuole sottomettersi, perchè sa la dignità delle idee, vuole essere padre, marito, figlio. E insiste a dare alle parole corpo di cose e di carne, perché le lettere non siano mai voce muta di un uomo a cui ripugna il mestiere di fantasma.
6 febbraio > ore 21.00 > Cinema Movies – Santa Giusta
Paolo Benvenuti >
Gostanza da Libbiano
Italia, 2000, 92’, con Lucia Poli
premio speciale della Giuria, Festival di Locarno 2000
“…E andammo via con il vento in lontani paesi… alla casa del diavolo…". Così, nel 1594 in San Miniato al Tedesco nel Granducato di Toscana, Monna Gostanza da Libbiano (magistralmente interpretata da Lucia Poli) racconta ai suoi accusatori, ai difensori della fede che la tormentano per cavarle fuori la "verità".
E questo dei santi inquisitori è un impegno tanto forte e determinato che deve intendersi alla lettera. Una verità non solo estorta (e “forse” distorta) ma cavata fuori dalle membra.
Il film, tratto da atti notarili (rinvenuti nell’Archivio storico del comune di San Miniato) verbalizzanti un processo per stregoneria, narra, in uno splendido volgare toscano, la vicenda di una contadina sessantenne che esercita da sempre il mestiere di guaritrice. La sua pratica di "misurare i panni ai malati per conoscerne i mali" mette in sospetto le autorità ecclesiastiche locali. Arrestata per ordine del vescovo di Lucca, a seguito di una breve istruttoria, viene accusata di stregoneria. Due vicari la sottopongono per molti giorni a lunghi ed estenuanti interrogatori volti a farle confessare "pratiche diaboliche". Lentamente ma inesorabilmente, tentano di piegarla sottoponendola a ripetute torture. Monna Gostanza entra così nel personaggio della strega, costruendo un suo mondo metafisico, scatenandosi nelle fantasie più fervide: malie, delitti, vampirismi, metamorfosi, voli notturni e baccanali alla Città del Diavolo, confessioni che le consentono di sfruttare in modo personalissimo e originale l’inesauribile ricchezza dell’immaginario popolare e contadino.
7 febbraio > ore 18.00 > Palazzo Arquer
Giulio Angioni > le fiamme di Toledo
interviene Paolo Benvenuti, coordina Alessandro Biolla
con Gianfranco Fedele (pianoforte preparato),
Savina Dolores Massa (voce recitante),
Alessandro Melis (voce recitante)
e con Mauro Sigura (chitarra)
e Alessandro Pulisci (percussioni)
1571. Tre giorni prima della sua esecuzione, Sigismondo Arquer, magistrato cagliaritano condannato al rogo dall’Inquisizione dopo otto anni di torture, ripercorre la sua vita e i suoi ricordi. La Sardegna, la Svizzera, la Spagna: personaggi come il marrano Diego De Jesus e il suonatore di launeddas Zio Cocco, Balthasar il bestemmiatore e la prostituta che vede la Madonna, e soprattutto come la giovanissima Domíniga Figus, che per il suo sogno di volare viene messa al rogo… Giulio Angioni, professore di Antropologia Culturale all’Università di Cagliari da più di vent’anni, è probabilmente la persona più qualificata per far rivivere la memoria del martire umanista Sigi-smondo Arquer, una delle più illustri vittime dell’orrendo massacro inquisitorio.
Denunciato all’Inquisizione, dopo fughe e alterne vicende Sigismondo fu arrestato in Spagna nel 1563 con l’accusa di luteranesimo. Iniziavano anni di sofferenze terribili, che solo la morte fece cessare. Con l’ausilio di una lingua spuria e magica, Angioni racconta una storia esemplare: la storia della ragione che invano si oppone al potere, all’arbitrio, al dogmatismo, all’insensatezza.
Sotto le volte sanguigne del Palazzo Arquer, e stimolato dalle domande di Alessandro Biolla, Angioni dialoga con Paolo Benvenuti.
In apertura, un adattamento di brani tratti dal libro con composizioni originali di Gianfranco Fedele, Savina Dolores Massa e Alessandro Melis.
Cinema, l’arte della verità?
a cura di Massimo Murru
A distanza di poco più di un secolo dalla nascita del cinema, chi oggi si avvicina al mondo della celluloide spesso non si sofferma a riflettere sui film, non concede importanza al messaggio che gli autori vogliono trasmettere, nè al differente linguaggio che contraddistingue questo favoloso universo di immagini in movimento. Ma che cosa è il Cinema? Quale è la sua natura e quali sono i fini che può perseguire? I Fratelli Lumiére pur definendolo “un’invenzione senza futuro”, con quest’arte immortalarono e riprodussero la realtà. Méliès ne fece spettacolo e lo usò come evoluzione della propria atti-vità di prestigiatore. Dal cinema russo degli anni 20 e 30 fino al Neorealismo; dalla Nouvelle Vague fino ai recenti successi del cinema documentario sulla meraviglia del mondo animale e vegetale, oppure come mezzo d’informazione su scottanti temi di attualità politica ed economica, il cinema della verità si contrappone ai film di finzione. Ma persiste il dubbio sulla capacità della cinematografia di cogliere “veramente” il reale o quanto meno di indagare la verità. In tutte le sue sfaccettature il Cinema fa spettacolo, intrattenimento, e insieme, pur essendo finzione, persegue l’ambizione di rappresentare e ricostruire il vero. Ma è possibile andare a caccia della verità con la macchina da presa? O il Cinema è solo un mezzo che consente agli autori di di spacciare come realtà il proprio punto di vista?
Cinema e Verità, un possibile binomio attorno a cui far gravitare una riflessione sulla settima arte.
5 febbraio > ore 9.30 > Cinema Movies – Santa Giusta
Giancarlo Zoccheddu > leggere un film
proiezione del film “Infamous” di Douglas McGrath
analisi della pellicola e cineforum
per i ragazzi delle scuole
lnfamous: Una pessima reputazione”, ovvero la vicenda dello scrittore americano Truman Capote, che portò alla nascita del suo capolavoro, “A sangue freddo”: il re-gista, Douglas McGrath, sorretto da un ottimo cast, porta sullo schermo, coi toni del dramma ma anche della commedia, una nuova trasposizione della vicenda dello scrittore, ambiguo quanto brillante, e dei salotti gla-mour nella New York di fine anni ’50: un uomo cambia il modo di fare letteratura stringendo un rapporto intimo con i colpevoli dello sterminio di una famiglia. Un rapporto tale da stravolgere per sempre la vita di Capote.
Dopo la proiezione del film, la lezione di Giancarlo Zoccheddu illustrerà le peculiarità del linguaggio cinematografico rispetto al linguaggio comune e a quello letterario. Come si interpreta una sequenza d‘immagini? Quale era l’intenzione dell’autore? In che modo è possibile individuare i molteplici piani di interpretazione di un’opera ci-nematografica, trovando le giuste chiavi di lettura e i modi opportuni per farne uso?
6 febbraio > ore 16.00 > Cinema Movies – Santa Giusta
Cinema: l’arte alla ricerca della verità?
a cura di Massimo Murru
autori e critici incontrano il pubblico: proiezioni e dibattito
Antonello Carboni, Salvatore Cubeddu, Peter Marcias, Paolo Zucca e Alverio Cau, accompagnati dalle voci di Antonio Bellinzas e del regista toscano Paolo Benvenuti, presentano alcuni frammenti dei loro recenti lavori nel cinema documentario, nel cinema di fiction, nella sceneggiatura, nella pubblicità e nei videoclip. Le loro esperienze introducono al tema della serata: può il cinema esser definito come un’arte per l’indagine della verità? Sa rappresentare la realtà, o è solamente un complesso gioco di prestigio? Gli aneddoti riguardanti la produzione dei loro lavori aiuteranno il pubblico a ripercorrere la Storia del Cinema fin dalle origini, e ad indagare la natura della settima arte e il suo rapporto con la realtà.
Sarà possibile soffermarsi sugli aspetti tecnici e sulle problematiche legate alla concreta realizzazione di un film, e sugli aspetti teorici sottesi alla struttura del linguaggio cinematografico: dalla scelta degli attori a quella delle locations e delle scenografie, dalla scelta delle inquadrature al ritmo del montaggio.
a seguire
Paolo Benvenuti > un’idea di cinema
il regista e il suo cinema maieutico
“..La realtà può essere ripresa da infiniti punti di vista ma uno solo è quello giusto, ed è quello che fornisce il maggior numero di informazioni sulla realtà osservata e raccontata…”
Paolo Benvenuti (Pisa 1946) gia molto giovane si dedica alla pittura. Frequenta l’Istituto d’Arte e il Magistero d’Arte di Firenze, dove si diploma nel 1965. L’anno successivo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove i corsi vengono interrotti a causa dell’alluvione del novembre 1966. Nel 1968 si avvicina alle esperienze del cinema d’avanguardia e abbandona gradualmente la pittura. Nel 1972 è assistente volontario sul set de L’età dei medici di Roberto Rossellini. Appassionatosi al cinema didattico che il maestro romano propone in quegli anni, approfondisce i suoi studi storico-archivistici.
Ha condotto corsi e seminari di teoria del linguaggio audiovisivo presso molti istituti italiani e stranieri.Tra questi la “Scuola Holden” di Torino e la “Scuola nazionale di Cinema” di Roma. Ha collaborato con il sociologo Danilo Dolci alla realizzazione di un progetto di “Scuola di Cinematografia e Televisione a struttura maieutica”.
La sua filmografia comprende, oltre a numerosi corto e mediometraggi, Il bacio di Giuda (1988), presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Confortorio (1992), presentato in concorso al Festival Internazionale del Cinema di Locarno (Svzzera), Tiburzi (1996), presentato in concorso al Festival Internazionale del Cinema di Locarno, Gostanza da Libbiano (2000), vincitore a Locarno del Premio Speciale della Giuria e, infine, Segreti di Stato (2003).
Il regista toscano incontra il pubblico e racconta il suo progetto di cinema storico. Ovvero la costruzione dell’inquadratura, la disposizione della scena, i movimenti della macchina da presa tesi verso un’opera in cui forma e contenuto siano in perfetta armonia, in cui etica ed estetica siano elementi coerenti al servizio dell’educazione integrale. Cinema come strumento critico per una seria lettura della storia, cinema che svolge il proprio ruolo educativo divenendo strumento di demo-cratizzazione dell’informazione. Cinema come mezzo di indagine storica, che consenta di formulare opinioni e giudizi fondati sui canoni dell’epoca rappresentata, tenendo conto dei punti vista coevi alle azioni oggetto dell’indagine.
Cinema didattico, ma che rispetta il pubblico e i suoi tempi di apprendimento, fornendo strumenti conoscitivi attraverso le immagini. Chi assiste alla proiezione assume un ruolo attivo, ha il tempo di riflettere e interagire con la pellicola.
Cinema maieutico, non solo mezzo d’intrattenimento, ma strumento di conoscenza.
8 febbraio > ore 9.30 >
Aula Magna Liceo Scientifico “Mariano IV”
Salvatore Cubeddu > scrivere un film
dalla letteratura alla sceneggiatura,
dallo script alla pellicola
Come nasce una storia che prenderà vita sulla pellicola. Genesi e sviluppo della sceneggiatura.
Dalla nascita dell’idea all’immaginazione di un soggetto, ovvero la necessità di strutturare la storia. Come organizzare e sviluppare il materiale narrativo, individuare gli atti, i punti di svolta della narrazione, la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione dei dialoghi, oltre all’inserimento del punto di vista del narratore.
Come pianificare la costruzione e lo sviluppo di scene e sequenze, strutturare le strategie di drammatizzazione, il ruolo di conflitti, metafore, omissioni e ritmo. Infine, come comporre il tutto in script e storyboard, impaginati secondo il rispetto di precise regole che ne consentano una lettura tecnica ed immediata, utilizzabile durante le riprese.
Ne discute col pubblico Salvatore Cubeddu, affermato sceneggiatore e docente per la scuola Holden, illustrando in particolare attraverso quali meccanismi sia possibile “portare” la letteratura al cinema, e passare dall’una all’altra arte.
Dal testo alla sceneggiatura, dalla sceneggiatura alla pellicola: l’enigma è la fedeltà della trasposizione, la scelta nel testo delle scene da filmare e il modo migliore per farlo.
Note da Gaia >
Nucleo minimo circolare
per la mappa contemporanea
dei suoni dal mondo.
a cura di Gianfranco Fedele
Ambizione di pARTIcORali è cercare di rappresentare a largo spettro, pur attraverso un ristretto numero di eventi, il canto attuale – polimorfo ma in fondo univoco – dell’organismo vivente che ci ospita e di cui siamo parte, voce non priva di sofferenza ma sempre forte e affascinante.
Pianista eclettico, Peter Waters, parte dalla tradizione colta europea per giungere, con una tecnica di altissimo livello, all’evoluzione di un linguaggio musicale contemporaneo. Con l’ausilio di Tai-Chi e meditazione – discipline che lo vedono, fra le altre cose, insegnante in corsi specifici -, il pianoforte diviene grimaldello, chiave che apre la via all’energia creativa, trascendentale o puramente cerebrale che sia. Un’apertura mentale che porta il musicista australiano a passare indenne attraverso classica, jazz, world music, fino addirittura al rock e al pop. Senza perdere coerenza.
Il Naos Trio attinge dalla medesima fonte, con uno sguardo focalizzato in maniera particolare sull’improvvisazione acusmatica e sulla composizione jazz; sguardo che mira a un equilibrio estetico privo della necessità di “mostrare i muscoli” dell’arida tecnica strumentale.
Infine il coro a Tenores DURE, da Bitti: la grande e preziosa tradizione popolare dell’Isola, conservata e accudita con cura fino al riconoscimento internazionale come Patrimonio comune dell’Umanità.
Resta da sottolineare, non mero sottofondo, la forte presenza musicale all’interno delle rimanenti iniziative: chitarre, percussioni, rumori, canti a impreziosire poesia, cinema, narrativa.
3 febbraio > ore 21.00 > Palazzo Arquer
Naos Trio > Lumière Jazz
Gianfranco Fedele > pianoforte
Antonio Farris > contrabbasso
Andrea Cogoni > batteria
Celato nel Naos, la parte più nascosta del Tempio greco, era custodito il simulacro della divinità. Allo stesso modo, uno sguardo rivolto alla “divinità” dell’uomo, ha naturalmente portato il Naos Trio verso la ricerca di un suono personale, suono che oggi ne costituisce la caratteristica principale. Tale ricerca ha preso spunto dallo studio della grande tradizione jazzistica americana, fino al naturale approdo al continente europeo – con il suo enorme patrimonio musicale – e alle comuni radici mediterranee dei componenti, originari di Puglia e Sardegna. I tre musicisti sono attualmente allievi del corso Jazz presso il Conservatorio di Cagliari. Il repertorio comprende composizioni originali di Gianfranco Fedele e Antonio Farris, e alcuni standard jazzistici poco frequentati, riarrangiati dal trio. La serata si avvale della collaborazione del regista Maurizio Abis, autore di alcuni montaggi di frammenti tratti da film muti degli anni ‘20 e ‘30.
4 febbraio > ore 20.30 > Palazzo Arquer
Maestri del canto a tenore DURE – Bitti >
giratas
G. Pietro Calvisi > oche / Pasquale Delogu > mesu oche
Mario Demelas > bassu / Mario Forroia > contra
Quattro cantori disposti in cerchio. In alto il cielo rosso di una volta in pietra.
Le polifonie basaltiche dei Maestri della Scuola del Canto a Tenore di Bitti donano alla pianura il suono della Sardegna centrale. Due voci gutturali, Bassu (basso), e Contra (contralto), procedono in parallelo nella scansione di sillabe nonsense (bim bam boo). La Mesu Oche arricchisce il canto con abbellimenti, fioriture e le tipiche giratas (virtuosismi vocali). Le tre voci si amalgamano in armonico accompagnamento per la voce solista (Oche) che intona e cadenza in modo quasi esclusivamente sillabico, restituendo la solitudine ri-tuale della natura al canto.
Aprono la serata alcune liriche di Carmelino Demartis, Martino Fadda, Giorgio Masili, Vinia Tanchis e Renato Zedda, accompagnate dal pianista Gianfranco Fedele. Presenta la serata Salvatore Zucca.
10 febbraio > ore 21.00 > Teatro Comunale A. Garau
Peter Waters > piano solo
in collaborazione con l’Ente Concerti di Oristano
Nato a Broken Hill, Australia, Peter Waters ha completato gli studi di pianoforte ad Ade-laide con Clemens Leske, e a Londra con Peter Wallfisch.
La sua carriera di concertista comprende collaborazioni con famose orchestre: Zurich Tonhalle Orchestra, Munich Chamber Orchestra, Sydney Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica di Mosca.
Varie le collaborazioni di altissimo livello anche in ambito jazz, fra cui da sottolineare sono quelle che, in varie formazioni, lo hanno visto accanto a Paolo Fresu. Nel 2000 e nel 2001 è stato fra i principali protagonisti, con i suoi concerti per piano solo, del Festival “Time in Jazz” di Berchidda.
La sua è una musica senza confini, che trascendendo le categorie musicali e gli ambiti cronologici, offre percorsi imprevedibili oltre che una vastissima gamma di colori ed atmosfere: il repertorio barocco (Bach), quello romantico (Chopin), la scrittura jazz (Hancock) con delle riuscite aperture verso sonorità di impronta africana (Abdullah Ibrahim). Eclettico nelle esecuzioni, come nella scrittura di composizioni che stanno tra improvvisazione contemporanea, jazz e world music.
La formula del piano solo e la scelta di temi legati al mondo della musica "classica" esaltano il magistero tecnico di Waters – musicista dalla forma-zione classico-accademica – che volutamente piega la tecnica al servizio della fantasia e della comunicativa, nello sviluppo di differenti linee melo-diche.Egli incarna pienamente la figura di musicista "totale" e policentrico, che ha nella musica senza confini e barriere predefinite la sua cifra di-stintiva.
arti corali
le voci di una strada
Si sceglie di titolare le mostre. Lo si fa cercando di condurre chi osserva per strade imposte. Le mostre di pARTIcORali hanno titoli ma, probabilmente, non il potere di condurre. Se non, forse, lungo una via antica che per qualche giorno si colora di arti difformi. Ogni immagine, dal quadro, alla fotografia, all’installazione, possiede una propria voce e una storia.
E ogni sguardo che vi si poserà ne creerà altre, ingiusta e libera scelta di interpretare.
Ma c’è pur sempre qualcosa da dire.
Nelle parole degli artisti l’espressione diventa simbolo, s’incontra, si scontra, si compenetra, per trasformarsi e trovare sfogo negli aspetti più offuscati e nascosti della psiche umana.
Ecco allora che sotto arcate di illusorie fiamme, nei granai sepolti del Palazzo Arquer, il quadro prende vita vibrando di colori, di musica, di poesia: il quadro parla:
10 febbraio > Palazzo Arquer > ore 18.00
quadri parlanti
video a cura di Massimo Murru
con Annalisa Torchia (voce recitante)
Palazzo Arquer > 3-11 febbraio
sulla mia terra malata
Don Peppino Murtas: testimonianze fotografiche
per gentile concessione del Comune di Paulilatino
“Attorno al gran falò
c’era posto per tutti…”
(Peppino Murtas)
L‘omaggio di pARTIcORali a Peppino Murtas si completa con la lettura delle sue poesie “che io possa liberare parole.”
(5 febbraio, Palazzo Arquer, ore 21.00)
Palazzo del Demanio > dal 3 febbraio
Mestieri in bianco e nero
la fotografia racconta il lavoro
collezione di Massimo Torrente
a cura di Martino Fadda (allestimento) e Savina Dolores Massa (testi)
21 scatti di forte impatto emozionale colgono attimi di antichi mestieri della nostra terra, raccolti da artisti sardi, prevalentemente di Oristano e provincia: Il visitatore ha modo di scoprire (o ricordare) faticose e dolenti ritualità ormai scomparse: l’aratro e il giogo dei buoi, il secchio della mungitura, la vendemmia, le forbici della tosatura, l’intreccio del giunco, il grano al vento, il vorticare del tornio, l’ingrato peso delle reti.
La scrittrice Savina Dolores Massa percorre ciascuna delle immagini col suo linguaggio evocativo e mantico, accompagnando il visitatore lungo le curve della memoria e del sogno.
La mostra si avvale inoltre dell’installazione “Parabole del tempo”, appositamente creata dallo scultore Martino Fadda.
Torre di Portixedda > 3-16 febbraio
immagini vicine e lontane…
fotografie di Giangi Chiesura
Testimonianze fotografiche di affascinanti viaggi, in un’esplorazione mirata alla ricerca di itinerari distanti dalle rotte affollate.
Solitudini salmastre, conchiglie sonore, dispiaceri annegati.
Esperienze silenziose di mondi d’acqua, di trasparenze nebbiose, pance di soli a partorire tramonti e a morire di albe, ali in fuga verso legami desiderati tra mondi lontani.
Scatti lenti.
Parole poche.
La comunicazione attraverso l’occhio esatto, capace di cogliere il momento e lasciare il Tutto intatto.
Senza appropriarsi di nulla.
Palazzo del Demanio > 3-11 febbraio
emersione del sommerso
mostra collettiva di arti figurative
La proposta artistica di pARTIcORali 2007 è centrata su un’ampia mostra collettiva che cerca di manifestare, attraverso esperienze esemplari, ciò che l’immaginario umano non può esprimere in maniera comprensibile e razionale: l’artista fugge la banalità del linguaggio quotidiano, e lascia campo alla fertile attività dell’immaginario.
Un folto gruppo di artisti di varie concezioni e tendenze, esplora e testimonia il mondo sommerso che si nasconde nell’uomo, cercando di sedare per immagini il conflitto che sorge tra il sapere e il vedere.
Espongono Donatella Altea, Antonello Atzori, Isella Barresi, Tino Biselli, Roberto Cau, Domenico Cugusi, Martino Fadda, Rita Fais, Gianluigi Manca, Giorgio Masili, Graziella Mastinu, Dina Pala, A.Paola Piras, Laura Pisano, Vinia Tanchis, Ferdinando Tiboni, Franca Tronci, Renato Zedda, Stefano Zuccheroso.
pARTIcORali > Mediterranea
con il patrocinio della Camera di Commercio di Oristano
Due giornate di percorsi, tra memoria e prospettiva, raccontano il lavoro, cu-stodito dalla sapienza antica delle parole e delle immagini, e consegnato ai giorni futuri e alla loro cura.
Due giornate, due dibattiti: l’uno dedicato al passato e al suo tesoro, con la chiesa di san Domenico ad ospitare i ricordi di chi generosamente vuole offrirli in lascito; l’altro dedicato al domani e ai suoi progetti di sviluppo sostenibile.
Nell’ambito di questo progetto interamente dedicato alla memoria degli antichi mestieri nel loro significato prospettico, l’Associazione pARTIcORali ha indetto un concorso a premi rivolto alle quinte classi delle scuole primarie della città e della provincia, dal titolo “che lavoro svolgeva il vostro bisnonno?”, con l’intento di far riscoprire il valore del sacrificio, colto dall’interno del vissuto familiare.
15 febbraio > chiesa di San Domenico > ore 16.00
“che lavoro svolgeva
il vostro bisnonno?”
concorso per la scuola primaria: premiazioni e mostra
15 febbraio > ore 18.00 > Chiesa di San Domenico
Roberto Cau / Antonio Pinna >
color-mente
un percorso ri-creativo all’interno della materia
presentazione del libro con proiezione di immagini
Un pittore che si riavvicina alla sua arte con strumenti inusuali. Uno scrittore da sempre impegnato a sensibilizzare i suoi lettori su temi di rilevanza sociale. Ne nasce un sodalizio che conduce alla riflessione artistica e poetica sul tema della sostenibilità ambientale, e che procede fino all’interrogativo estremo: è possibile l’Arte dal rifiuto?
“Non finirò nel limbo / dei rifiuti morti viventi, / sorvolata dai gabbiani. […] Non resterò chiusa / nel sacco, / appesa ad un pino, / mio purgatorio infinito. / Preferisco la resurrezione. / Sceglierei il riciclo, / paradiso benefico.”
(A. Pinna)
Gli autori interrogano la città e le sue attività produttive sul tema dello smaltimento dei rifiuti, proprio alle soglie dell’attuazione del servizio di raccolta differenziata.
16 febbraio > ore 18.00 > Chiesa di San Domenico
Beppe Meloni e i suoi ospiti >
La vecchia Oristano dei mestieri
intervengono Antonio Corriga, Augusto Ligas,
Emilio Matta, Antonio Marchi; coordina Pietro Corrias
film documentari a cura di Antonio Sanna,
Alessandro Martometti, Sandro Corona
Cinque illustri personaggi della vita culturale ed artistica della città e della provincia si incontrano e ricordano, stimolati dalla curiosità e dalla passione storica del giornalista e scrittore Beppe Meloni. Le loro voci si intrecciano in un ricco scenario, in cui la vecchia Oristano dei mestieri rivive sotto gli occhi del pubblico.
La suggestione si alimenta dell’attento lavoro di recupero della memoria cittadina, grazie ai materiali d’epoca provenienti dalla ricca cineteca di Antonio Sanna, e alle interviste che Alessandro Martometti e Sandro Corona hanno realizzato incontrando uomini e donne che hanno contribuito a creare la storia della città.